Ciclismo – Pista / “Record dell’Ora”
Stuzzicato da amici e sponsor, e su invito di alti esponenti della F.C.I., dopo alcuni anni, Michele accetta di provare il “Record dell’Ora” di categoria. Ma è una prima esperienza che dovrà rimandare. Siamo nel 2004. La gara è programmata per luglio sulla pista in cemento resinato dello storico MotoVelodromo – “Fausto Coppi” di Torino. Durante un allenamento in Val Chisone (una valle che Michele, per motivi famigliari, ama fin da piccolo e nella quale ha costruito tutti i suoi successi di questi ultimi 25 anni ) subisce un incidente. Cade infatti dentro un cantiere non segnalato delle Olimpiadi di “Torino 2006” in quel di Meano / Perosa Argentina (TO). Nella caduta, tra le altre cose, riporta la frattura di alcune costole, una delle quali punta su un polmone e gli provoca parecchio dolore nel respirare, specialmente nella posizione aerodinamica richiesta. La gara viene dapprima rinviata a settembre e poi definitivamente cancellata; non ce la fa proprio. Senza troppa convinzione, ci riprova nel settembre 2005 sulla pista in cemento del Velodromo “Comm. Francone” di San Francesco al Campo (TO). Si batte contro l’americano Scott Porter che si trova ad oltre 42,500 km/h nella categoria “M5”(Master 5). Per svariate ragioni, Michele non può frequentare molto la pista. Non ha mestiere, non ha aerodinamica, ha paura di una bici col pignone fisso, senza freni, con i piedi avvitati, oltreché delle pendenze in curva; purtroppo queste caratteristiche lo accompagneranno fino al giorno d’oggi. In ogni caso, Michele fa segnare un bel 39 km/h, una delle migliori prestazioni italiane di categoria.
Ma la Presidenza Nazionale S.A.N, della Federazione Italiana (ing. Carlo Zuccaro) nota delle qualità in una specialità che comunque, secondo logica, non è la sua; in fondo lui è un maratoneta. Lo invita a partecipare con la Nazionale Azzurra ai “Campionati del Mondo 2006” programmati in Inghilterra nel Velodromo di Manchester. Avrà quindi la possibilità di riprovarci in un velodromo al coperto, su di una pista in legno considerata tra le più “veloci” al mondo. Astegiano accetta ma non è destino. Subisce due incidenti in allenamento; in quel di Airasca (TO) a gennaio, su strada, (fratture e trauma cranico con perdita di conoscenza) e appena ripresosi un po’, completa il lavoro ai primi di luglio, vittima di un pauroso incidente in pista al Velodromo di S.Francesco al Campo (TO). Scampa miracolosamente alla morte e ad una vita da vegetale. Riporta infatti gravi ferite e numerose fratture, alcune delle quali, particolarmente gravi. Pur indossando il casco integrale (spaccato pure lui….), riporta cinque fratture craniche composte all’osso frontale, parietale, temporale (tempia sinistra ), zigomatico e nasale. Dalla frattura cranica frontale schizza sangue a pari ritmo col ritmo cardiaco. E c’è anche l’osso del collo spezzato in pieno ( 3a e 4a cervicale scomposte). Per fare “buon peso” si contano anche sei denti lasciati sul cemento del velodromo (ad inizio parabolica), la frattura di una vertebra dorsale, una infrazione al bacino, naso rotto, spalla rotta, ematomi, contusioni ed escoriazioni in ogni parte del corpo a causa di una ventina di metri di strusciata (sempre con la bici avvitata ai piedi) seguita al botto dell’atterramento. Il tutto, causato da un incredibile incidente meccanico mentre si allenava in pista dietro la motocicletta pilotata dal suo allenatore, un ex-campione, già Nazionale azzurro della pista Enrico Taraglio, in seguito anche direttore responsabile della Scuola Ciclismo del “Velodromo Francone” di S.Francesco al Campo (TO) nonché selezionatore azzurro per il Piemonte.
Un incidente che lo ha catapultato per aria (circa tre metri di altezza alla velocità di circa 50 km/h) del binomio uomo-bicicletta. E stavolta ci metterà davvero molto a guarire in modo almeno decente. Anche se sperava di poter accettare l’invito per il 2007 si vedrà costretto ad attendere il 2009. Gli viene offerta la possibilità di partecipare con la Nazionale Azzurra ai Campionati del Mondo di Australia 2009 e di riprovarci sulla pista in legno del Velodromo di Sidney. Nonostante la paura di volare, Michele accetta, ma anche stavolta non è destino.
Una disgrazia famigliare lo obbliga nuovamente a buttare tutto per aria. Riprenderà nel 2010. Incoraggiato da più parti a ripetere l’esperienza di gara su velodromi stranieri, al coperto, con pista in legno (le condizioni ottimali per questo tipo di competizione) come Manchester, Bordeaux, Sidney, ecc… e nell’ambito di competizioni internazionali quali “Campionati Mondiali”, “Europei”, “Sei giorni”, ecc…, Michele, seppur a malincuore, rifiuta. Causa preoccupazioni famigliari ereditate da un pessimo 2009, non vuole più allontanarsi troppo e per troppo tempo da casa. Ma, finalmente, l’Italia realizza in quel di Brescia/Montichiari un velodromo coperto con pista in legno (l’unico a tutt’oggi fra i circa 30 velodromi presenti in Italia) e che mancava dai tempi del crollo del mitico Velodromo “Vigorelli” di Milano. Michele ci ripensa. I 300 km (600 a/r) da casa sono tanti ma non impossibili da sciropparsi in un giorno solo (allenamento compreso). E Michele, pur restando, per i motivi citati in precedenza e per sua stessa auto-definizione “una fetecchia come pistard”, riprova nel 2010 e nel 2012 sulla prestigiosa pista bresciana definita “Il Tempio del Ciclismo Italiano”. Nel 2010 prova il Mondiale contro l’americano Steeve Lehman nella cat. “M6”. Il Mondiale non cadrà ma Michele conquisterà il titolo tricolore della categoria; “Record Italiano” con 40,788 km/h. Riprova nel 2012 contro un altro grande atleta americano, ex-professionista e Campione Olimpico, Mondiale, Americano e Panamericano su strada e pista : il californiano di Corona del Mar/L.A. Kenny Fuller. Anche questa volta, il Record del Mondo gli resiste, ma Michele porta a casa il titolo ed il “Record Italiano” ed “Europeo” della specialità nella cat. “M7” /uomini alzando l’asticella fino a 40,99054 km/h. Quest’ultimo record rischia però di costargli caro. Dovrà impegnarsi allo spasimo per conquistarlo, finendo particolarmente stremato e scendendo dalla bici con preoccupanti sintomi di mancanza di respirazione, di soffocamento. L’immediato intervento del medico di gara, dott. Maurizio Arduino e la prontezza del personale della “Volontari Croce Verde” di None (TO) di servizio al Velodromo per l’occasione, risolverà in poco tempo il problema con l’applicazione di una maschera ad ossigeno. Pochi minuti dopo, infatti, Michele si sarà già ripreso e di nuovo pimpante, pronto per la meritata premiazione.
Purtroppo, a seguito di questo importante risultato ( la maglia tricolore ) Michele Astegiano, non si sa come e perchè, coltiva altri interessi abbandonando di fatto e repentinamente la bicicletta per oltre due anni. Questo fatto gli provocherà un aumento di peso di una trentina di chili e conseguente ipertensione molto accentuata che richiederà l’utilizzo di farmaci “tosti” che lo terranno ancora lontano un po’ dallo sport agonistico. Tutto ciò a causa di sostanze vietate (contenute nei suddetti farmaci) che confliggerebbero con il codice WADA (World Anti Doping Agency). Probabilmente, Michele avrebbe potuto far rientro già nel 2015 seguendo un programma tracciato dallo staff medico (che prevedeva per la fine 2014 un lancio alle ortiche dei farmaci e un rientro “nature” nei parametri ammessi dall’ U.C.I. per il rilascio della licenza internazionale. A causa, non di errate valutazioni mediche, ma di assoluta negligenza (ammessa da Astegiano stesso) nel seguire il programma prescritto, quando tutta l’organizzazione per riportarlo in pista all’attacco del record dell’ora “M7” e prevista per il 15 novembre 2015 al Velodromo “FASSA-BORTOLO” di Brescia/Montichiari era praticamente definita, ci si è visti costretti ad annullare il tutto. Il lavoro da fare era ancora tanto e necessitava ancora tempo. Ora Michele ha promesso a tutti, e principalmente ai suoi amici-sponsor ma anche ai suoi tifosi di antica data (alcuni lo definiscono “cavallo pazzo”) di risalire in bicicletta e mettere in movimento quelle che lui stesso ha definito “le mie macerie…” nel tentativo di farli sognare ancora una volta e generando così la loro felicità e un mare di aspettative. Quindi, prepariamoci; dopo quattro anni Michele ha ricominciato. Vista l’inattività sportiva pregressa sarà una lunga marcia di avvicinamento, che si svolgerà senza fretta e necessiterà di un anno e mezzo circa. Dovrebbe essere la sua ultima battaglia sportiva, il canto del cigno di una carriera che gli ha dato (meritatamente) molto.
Salute, incidenti e altri problemi famigliari permettendo, avrebbe intenzione di riprovare sulla medesima pista del “Velodromo Nazionale “FASSA BORTOLO” di Brescia/Montichiari il miglioramento del primato italiano “M7” già suo ( 40,99054 km ) fino al maggio 2015 quando, dopo un primo tentativo fallito, (40,600 km/h giugno 2014) un grande atleta italiano, Graziano Ferronato, riprovava una seconda volta sul Velodromo bresciano (23 maggio 2015) ed in questa occasione riusciva a sfilare la maglia tricolore a Michele portando il limite a 41,405 km/h , nuovo primato italiano ed europeo. Tutto ciò tenendo sempre presente, all’orizzonte, il Primato mondiale detenuto dal 2009 fino al 30 settembre 2015 dallo statunitense Kenny Fuller (44,228 km/h – H. Depot Center Velodrome Arena di Carson /Los Angeles/California). Infatti, proprio in questa data, dopo sei anni, è stato battuto dal Campione Britannico Robert Gilmour (GBR) che, correndo sulla pista inglese del “Wales Newport Velodrome” di Newport (Galles), lo ha conquistato portando il limite a ben 44,349 km/h (27,56 miglia/h)!!! La gara si svolgerà nel quadro di una “Giornata di Musica & Sport” che si dovrebbe tenere una domenica di metà novembre 2018. Si aprirà con la presentazione di vari ospiti importanti, sportivi e non. Vi sarà la presentazione della gara sopratutto sotto l’aspetto tecnico e dello sfidante al titolo, oltrechè, beninteso, del Campione del Mondo e del Campione Italiano in carica in quel momento contro i quali Michele si batterà. Seguirà un grande concerto dal vivo da parte di una delle più apprezzate formazioni musicali piemontesi (in particolare del Pinerolese) e cioè della “Banda Musicale Filarmonica” del Comune di Pomaretto (TO) diretta magistralmente dal Prof. Ivan Vottero (tromba/Conservatorio Musicale “Ghedini” di Cuneo), ed insignita, tra l’altro, dal Ministero, del fregio di “Formazione musicale di interesse nazionale”. Un concerto sicuramente originale, che vedrà brani di musica classica, leggera, latino-americana, colonne sonore da film, ecc… Oltre che dal vivo, all’interno del Velodromo (con ingresso libero), gli appassionati potranno seguire tutta la manifestazione anche da casa in una sorta di mondovisione. Vi sarà infatti la trasmissione in diretta “Live-streaming” gratuito su Internet.